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Il vessillo di Hamas e l’equivoco dell’Occidente

Daniele Renzoni

Tempo di Lettura: 3 min
Il vessillo di Hamas e l’equivoco dell’Occidente

Le imbarcazioni della Flottilla battono la bandiera di Hamas; a Madrid la stessa bandiera compare sulle barricate per bloccare la Vuelta di ciclismo; in tutte le piazze europee non c’è corteo di manifestanti, qualunque sia la causa, che non faccia sventolare i colori di Hamas. Ormai non è più solo il vessillo degli arabi palestinesi di Cisgiordania e Gaza: insieme alla kefiah a scacchi bianchi e neri, quel tricolore bianco, verde e nero con la freccia rossa è divenuto in Occidente il simbolo della “resistenza” targata Hamas.

La propaganda pro-pal, intrisa di pena per le sorti di una popolazione usata come scudo umano dai miliziani autori del pogrom del 7 ottobre 2023, è caduta in un tragico equivoco che potrebbe condizionare il futuro dello stesso Occidente. Hamas è acronimo di “Movimento Islamico di Resistenza”, e non di movimento di resistenza palestinese. La gran parte degli arabi palestinesi di Gaza è, ancora una volta, lo strumento inconsapevole del fondamentalismo islamico sunnita, che ha come unico obiettivo l’eliminazione di Israele.

Hamas, Al Qaida, Isis, Hezbollah, Houthi: il disegno è sempre lo stesso, il ritorno del grande Califfato. Ma i giovani che oggi manifestano nelle piazze europee o nelle università americane contro i valori dell’Occidente e del capitalismo condividono davvero quell’obiettivo? Davvero immaginano una islamizzazione della nostra società?

In questo meli-melo ha ripreso vigore l’antisemitismo. L’ebreo israeliano, nemico di Gaza e di Hamas, diventa anche l’ebreo della diaspora, identificato come nemico interno all’Occidente. La stessa accusa che nazismo e fascismo usarono negli anni ’40 per sterminare sei milioni di ebrei in Europa. Un’equazione micidiale che ha trovato nuovi estimatori e divulgatori in tutto il continente.

Eppure l’Occidente, figlio della Bibbia e non del Corano, sembra non accorgersi che, una volta eliminato il sabato degli ebrei, toccherà alla domenica cristiana soccombere. Mentre le piazze si infuocano contro Israele e contro i massacri di civili voluti da Hamas, in tutta Europa avanzano i tentacoli dell’Islam politico. A Strasburgo, cuore istituzionale dell’Unione, è in costruzione la più grande moschea del continente.

Gli orrori del pogrom del 7 ottobre e la guerra a Gaza per liberare gli ostaggi israeliani ancora nelle mani dell’Islam più fanatico rischiano di essere il diversivo perfetto. Intanto, mentre l’Occidente si divide sul conflitto mediorientale, l’Islam prosegue la sua marcia economica, culturale e religiosa nelle capitali d’Europa.


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