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⌥ Il silenzio che non sanno fare

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In Israele il respiro è trattenuto, le famiglie contano le ore, la voce si spezza a ogni notizia: torneranno? Quando torneranno? Chi tornerà?

Ogni minuto pesa come un macigno a Kikar Chatufim, la piazza di Tel Aviv rinominata in onore degli ostaggi? E quelle occidentali di piazze? Quelle che hanno sfilato per “la libertà” di Hamas, che hanno coperto gli ostaggi con bandiere e slogan, che hanno scambiato i carnefici per vittime e le vittime per fastidio? Ora che gli ostaggi tornano, che faranno?

Riusciranno a restare in silenzio almeno per un minuto, non per rispetto, ma per vergogna? Difficile: la vergogna chiede coscienza, e la coscienza non va in corteo.


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