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⌥ Il santo dei tagliagole

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Ora la nuova moda delle piazze — o meglio, delle piazzette — è chiedere la liberazione di Marwan Barghouti. L’ultimo feticcio della causa, l’icona prefabbricata che serve a coprire la noia del sabato e la coscienza della domenica.

Peccato che Barghouti non sia un poeta né un Mandela: è un assassino. Condannato per omicidi, ideologo del terrorismo, nemico della vita prima ancora che d’Israele. Ma le piazze propal hanno bisogno di martiri, non di verità. Così lo santificano, lo innalzano sugli altari imbrattati di menzogne e di sangue, come se le mani lorde potessero essere ripulite dallo slogan giusto.

È il rito del progressismo tossico: trasformare un tagliagole in simbolo, un criminale in compagno, un assassinio in resistenza. E intanto sfilano, fieri e distratti, dietro un nuovo idolo di carne e di odio.


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