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⌥ Il Pd, il bassotto e la Ferrari crudele

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Il Pd dice di voler combattere l’antisemitismo, ma appena prova a farlo inciampa sulle parole. Lo chiama, poi lo allarga, poi lo scioglie in una formula più comoda tutti i razzismi. Un modo elegante per non decidere, per non scegliere, per non guardare il problema nel punto in cui brucia davvero.

Non siamo (sono) dentro una una discussione tecnica, ma siamo (sono) vittime di un riflesso politico. Quando una forza che ambisce a governare non riesce nemmeno a nominare con chiarezza un fenomeno storico e attuale come l’antisemitismo, significa che ha paura delle conseguenze. Paura di scontentare pezzi di elettorato, paura di rompere equilibri interni, paura di dire una cosa semplice: questo odio esiste, è specifico, e va affrontato senza alibi.

Così il Pd finisce per rappresentare esattamente ciò che è diventato: confuso, diviso, incapace di orientare il discorso pubblico. Non guida la politica, la insegue come un bassottino dietro a una Ferrari dopo essere stato abbandonato sul ciglio della strada: zampette corte, lingua penzoloni e la macchinona che sfreccia via crudele e scompare. In altre parole, il Pd non chiarisce, annacqua. E mentre discute di formule inclusive, l’antisemitismo reale cresce, si normalizza, si legittima.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Quando non sai più dire cosa è giusto e cosa no senza mettere mille asterischi, non stai tenendo insieme nulla. Stai solo perdendo la bussola.


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