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Il Pd e Gaza: quando la sinistra sceglie di non vedere

Umberto Ranieri

Tempo di Lettura: 3 min
Il Pd e Gaza: quando la sinistra sceglie di non vedere

Il confronto che si è svolto in Parlamento sulla drammatica vicenda di Gaza andava condotto diversamente dal Partito Democratico. C’erano le condizioni per farlo: tenere conto delle novità intervenute nella situazione, considerare il mutamento emerso nella posizione del governo Meloni sul riconoscimento dello Stato palestinese e prendere favorevolmente atto che il piano Trump potrebbe — uso il condizionale — mettere fine alla guerra a Gaza.

Con quel piano, per la prima volta si assiste a un approccio multilaterale nell’affrontare la crisi: non è più solo una questione tra Israele e Hamas. Entrano in campo vari attori — i Paesi arabi, gli Stati Uniti, le Nazioni Unite, l’Unione Europea. Gli obiettivi del piano vanno al cuore delle questioni: il rilascio degli ostaggi, il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia, il coinvolgimento dei Paesi arabi nell’amministrazione transitoria e nella ricostruzione di Gaza, e l’impegno a riorganizzare e riformare l’Autorità Nazionale Palestinese per liberarla dalle ombre e dagli errori che ne hanno segnato la storia.

Perché non tenere conto esplicitamente di questi mutamenti? Come è possibile che sia sfuggito al Pd che muovere nella direzione indicata dal piano potrebbe condurre alla sconfitta dei nemici di palestinesi e israeliani: la sconfitta dei fanatici estremisti che condizionano il governo israeliano e di Hamas, che ha trasformato Gaza in una fortezza del terrorismo. Sia gli uni che gli altri intendono contrastare il piano e impedirne la realizzazione.

Intanto si susseguono le manifestazioni sindacali contro «il genocidio israeliano» a danno dei palestinesi. Conosco gli errori di Israele, ma occorrerebbe dire ai giovani — che non vogliono mostrarsi indifferenti di fronte alle sofferenze di un popolo — che il 7 ottobre di due anni fa Hamas ha scatenato una guerra contro lo Stato ebraico non in nome di «due popoli, due Stati». Hamas non ha alcun interesse a far nascere uno Stato palestinese che riconosca Israele e non ne minacci la sicurezza. Il suo obiettivo è rovesciare Israele e conquistare l’intera Palestina: far sparire lo Stato ebraico dalla carta geografica. Questo è il genocidio!

Verrà il momento in cui si dirà la verità ai giovani? Andrebbe inoltre ricordato alla dirigenza del Pd che le forze che si sono battute contro l’arroganza del governo Netanyahu sostengono il piano annunciato da Trump. Forze che potrebbero — anche qui il condizionale è d’obbligo — ritrovare, intorno all’impegno per la sua realizzazione, quell’unità politica e programmatica necessaria a rappresentare una nuova alleanza di governo per Israele.

La verità è che il gruppo dirigente del Pd rischia di restare prigioniero di velleitarismi inconcludenti che ne indeboliscono la capacità di iniziativa politica, di riflessione critica e di analisi della realtà. Se non si interrompe questa china, ad essere compromessa sarà la possibilità stessa di costruire una convincente alternativa alla destra.


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