Chi è il Mossad
Il Mossad è il servizio di intelligence esterna israeliano. Si occupa di raccolta informativa, operazioni clandestine all’estero, controproliferazione e antiterrorismo. Non è un’agenzia onnipotente né una banda di “007”: lavora con limiti politici, legali e operativi molto stringenti, ed è solo una parte dell’ecosistema della sicurezza israeliana insieme ad Aman (intelligence militare), Shin Bet e alle forze armate.
Qual è il problema: il nucleare iraniano
L’Iran porta avanti da decenni un programma nucleare ambiguo: formalmente civile, ma con attività, infrastrutture e competenze compatibili con un’opzione militare. Arricchimento dell’uranio, siti sotterranei, centrifughe avanzate, cooperazione intermittente con l’AIEA. Per Israele, che considera inaccettabile un Iran dotato di arma nucleare, si tratta di una minaccia esistenziale, non di un dossier tra gli altri.
Cosa fa davvero il Mossad
Il Mossad non “ferma da solo” il programma nucleare iraniano. Il suo ruolo principale è triplice. Primo: intelligence. Raccogliere informazioni tecniche, umane e logistiche su siti, scienziati, filiere di approvvigionamento, tempi e colli di bottiglia. Secondo: sabotaggio mirato. Azioni discrete per rallentare, complicare, rendere più costoso e meno affidabile il programma. Terzo: diplomazia occulta. Fornire informazioni a partner occidentali per influenzare decisioni politiche, sanzioni, negoziati.
Operazioni note (e cosa significano davvero)
Nel tempo sono emersi episodi attribuiti al Mossad: furti di archivi nucleari, sabotaggi informatici e industriali, operazioni contro singole figure chiave del programma. Queste azioni non “cancellano” il nucleare iraniano. Servono a guadagnare tempo, a creare incertezza, a costringere Teheran a investire risorse enormi in sicurezza e ridondanza. Ogni operazione ha un effetto tattico, non risolutivo.
Cosa non è vero
Non è vero che il Mossad agisce senza coordinamento politico: ogni operazione di alto profilo è autorizzata dal vertice politico israeliano. Non è vero che Israele possa colpire ovunque e sempre: l’Iran è un ambiente ostile, vasto, con apparati di sicurezza sofisticati. Non è vero che il sabotaggio sostituisca la diplomazia o l’opzione militare: è uno strumento intermedio, non un’alternativa definitiva.
I limiti strutturali
Il sabotaggio rallenta ma non annulla. Gli scienziati si sostituiscono, le centrifughe si ricostruiscono, le competenze non si “uccidono”. Inoltre ogni operazione comporta rischi di escalation regionale, ritorsioni asimmetriche e isolamento diplomatico. Per questo Israele calibra con estrema cautela tempi, modalità e intensità.
Il quadro più ampio
L’azione del Mossad si inserisce in una strategia più larga: pressione diplomatica internazionale, sanzioni economiche, cooperazione con alleati, preparazione militare credibile come ultima ratio. Senza questi elementi, l’intelligence da sola non basta.
Perché conta
Il Mossad non è il protagonista di una saga di spionaggio, ma uno strumento freddo e imperfetto di gestione del rischio. La sua funzione non è vincere, ma evitare il peggio il più a lungo possibile. Nel caso iraniano, significa una cosa sola: comprare tempo, sapendo che il tempo, prima o poi, finisce.
Il Mossad e l’operazione contro il programma nucleare iraniano

