Un docente universitario invita i suoi follower a «disamicare tutti gli amici ebrei, anche quelli “buoni”», perché — sostiene — pagano “per Israele”. La frase appare su un social, la reazione è di sdegno generale.
Il gradino successivo? Quando questo tipo di discorso trasmuta dall’insulto online al comportamento pratico: “non parlare con gli ebrei”, “evita le loro attività”. In Italia nel 2024 gli episodi antisemiti sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente.
Il salto sembra piccolo, e invece segna il passaggio da parola a azione. Così l’antisemitismo contemporaneo avanza sulle scale mobili del discorso pubblico: un piede rimane nel silenzio, l’altro sulla propaganda, e senza che ce ne accorgiamo siamo già al terzo gradino. Se nessuno si ferma, la scala continua a salire.
Il like dell’odio
Il like dell’odio
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