Cosa significa?
In Israele il divorzio non è regolato da un unico codice civile, ma dal diritto religioso della comunità di appartenenza. Per gli ebrei, la procedura è gestita dai tribunali rabbinici (batei din), che applicano la Halakhà, la legge religiosa: lo scioglimento del matrimonio avviene tramite il get, un documento che il marito consegna volontariamente alla moglie e che lei deve accettare. Senza get, anche se separati civilmente, il matrimonio resta valido agli occhi della legge religiosa.
Perché è particolare?
Ogni comunità religiosa (musulmana, cristiana, drusa) ha i propri tribunali e regole per il divorzio. Le questioni civili come affidamento, alimenti e divisione dei beni possono essere discusse anche nei tribunali civili (beit mishpat le-mishpacha), ma c’è spesso concorrenza tra giurisdizioni: chi apre per primo la causa determina quale tribunale sarà competente.
Le criticità
Una delle questioni più dibattute è quella delle “agunot”, donne che restano “incatenate” a un matrimonio perché il marito rifiuta di concedere il get. Per combattere questo fenomeno, lo Stato ha introdotto sanzioni e misure coercitive contro i coniugi che ostacolano il divorzio, ma il problema non è ancora risolto.
Implicazioni sociali
Il sistema, basato su un mosaico di giurisdizioni religiose, riflette la pluralità della società israeliana ma alimenta anche dibattiti sull’opportunità di introdurre un’opzione di matrimonio e divorzio civile, oggi inesistente. Questione centrale nelle discussioni sui rapporti tra religione e Stato in Israele.
Il matrimonio in Israele Il matrimonio in Israele Il matrimonio in Israele