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⌥ Il coraggio civile di Pina Picierno

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Alla manifestazione di Roma contro l’antisemitismo, Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, non si è limitata a una presenza diplomatica. Ha invece preso la parola e detto ciò che nel suo partito nessuno ha avuto il coraggio di dire apertamente, e cioè che l’assenza del logo del PD tra quelli che componevano il mosaico di quella piazza è stata una ferita.

Non un atto di accusa, ma di verità. In un tempo di parole timorose e di tatticismi di riflesso, il suo gesto ha avuto il peso della normalità: chiamare le cose per nome. Non si trattava di schierarsi politicamente, ma di riconoscere che l’antisemitismo non è argomento da maneggiare con i guanti del consenso ma semmai la misura della salute morale di una società.

La sinistra, che pure dovrebbe ricordarlo meglio di chiunque, ha scelto in gran parte il silenzio: prudente, calcolato, autoassolutorio. Picierno no. Ha parlato con la nettezza che non tollera finzioni. E nel vuoto di tanti compagni di partito, la sua voce è sembrata quasi un atto di resistenza civile. Non serve molto per distinguersi: basta esserci quando è davvero necessario, e dire ciò che è evidente a chiunque non abbia smarrito il senso delle proporzioni morali. Giovedì sera, Pina Picierno ha fatto entrambe le cose.


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