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Il caso BBC Arabic e il lato oscuro dell’informazione globale

Daniele Scalise

Tempo di Lettura: 4 min
Il caso BBC Arabic e il lato oscuro dell’informazione globale

Non so se, e quanto, la notizia possa consolare il lettore (e il giornalista) italiano. Da anni, anche nel mondo anglosassone, assistiamo a un lento cedimento di quella bussola che un tempo separava la cronaca dall’attivismo. L’ultima prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, arriva da un’inchiesta molto circostanziata del Telegraph, secondo cui l’emittente pubblica britannica era da tempo a conoscenza dei gravi squilibri con cui il canale BBC Arabic raccontava Israele, senza però muovere un dito.

Il quotidiano londinese è entrato in possesso di documenti riservati dell’Editorial Guidelines and Standards Committee, il comitato che vigila sulla correttezza dei contenuti BBC. Da questi atti emerge che, durante la guerra contro Hamas, BBC Arabic avrebbe deliberatamente minimizzato la sofferenza israeliana per rappresentare Israele come il vero e spietato aggressore. Non un errore occasionale, insomma, ma un orientamento sistematico, noto ai vertici dell’emittente, che hanno preferito ignorarlo.

Le accuse sono pesanti: omissione di immagini e testimonianze provenienti da Israele, diffusione di accuse non verificate e, soprattutto, ricorso a commentatori apertamente ostili allo Stato ebraico, alcuni dei quali autori di precedenti, spudorate dichiarazioni antisemite. Secondo il Telegraph, chi segnalava le distorsioni veniva regolarmente isolato, mentre il canale arabo continuava a trasmettere in decine di Paesi mediorientali, influenzando milioni di spettatori.

Non è solo una questione di pregiudizi. In gioco c’è il principio che fonda – o dovrebbe fondare – il servizio pubblico: l’imparzialità. Forse non assoluta, ma almeno sufficiente a non far gridare allo scandalo. La BBC è finanziata dal canone dei cittadini britannici e, in parte, da fondi governativi destinati all’informazione estera. Questo ha fatto sì che le reazioni politiche cominciassero a piovere sulla dirigenza del più grande e celebrato editore radiotelevisivo del Regno Unito. Deputati Conservatori e Labour hanno chiesto chiarimenti; Ofcom, l’autorità di regolazione, ha avviato un’indagine preliminare; diverse organizzazioni ebraiche, tra cui CAMERA UK, hanno domandato la sospensione dei finanziamenti a BBC Arabic fino a una revisione editoriale completa.

La risposta ufficiale della BBC, per ora, è improntata a una prudenza che irrita. Si ammettono «errori di giudizio», ma si respinge l’ipotesi di un pregiudizio istituzionale. Il danno, però, è già fatto. Non è solo una crepa nella fiducia: è la credibilità stessa dell’informazione internazionale che vacilla ogni volta che un’istituzione mediatica, nel nome di una presunta neutralità, costruisce un racconto parziale, ideologico.

E qui il problema non riguarda solo la BBC. È un segnale d’allarme per tutte le redazioni occidentali che, nel tentativo di interpretare il mondo, finiscono per sostituire i fatti con le proprie convinzioni. L’illusione che «ogni verità abbia due lati» diventa la formula perfetta per negare la realtà. Lo abbiamo visto dopo il 7 ottobre, quando intere testate hanno evitato di chiamare «terroristi» i miliziani di Hamas, preferendo il linguaggio asettico dei comunicati ufficiali.

Il caso BBC Arabic dimostra che il problema non è la mancanza di informazione, ma la sua manipolazione. Non serve la censura esplicita: basta il filtro di una redazione che decide cosa mostrare e cosa no, chi far parlare e chi silenziare. È un meccanismo più sottile, e proprio per questo più pericoloso, perché si traveste da professionalità.

Alla fine, la domanda non riguarda solo Londra, ma noi tutti: quanto siamo disposti ad accettare che la verità diventi una variabile di linea editoriale? Quando perfino la BBC, un tempo modello di rigore, viene sfiorata dall’accusa di propaganda, significa che la crisi dell’informazione è globale. E non basterà un’inchiesta interna per restituirle dignità: servirà qualcosa di più semplice e più difficile al tempo stesso, tornare ai fatti.


Il caso BBC Arabic e il lato oscuro dell’informazione globale
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