Quando si parla dei territori amministrati da Israele dopo il 1967, si fa riferimento principalmente a:
Cisgiordania (West Bank)
Striscia di Gaza
Gerusalemme Est
Alture del Golan
ma la terminologia cambia a seconda della posizione politica o giuridica di chi la usa.
Come vengono chiamati?
Territori occupati: termine usato da Nazioni Unite, UE e maggior parte della comunità internazionale. Indica l’occupazione israeliana dopo la Guerra dei Sei Giorni (1967).
Territori contesi: definizione preferita da Israele e da chi sottolinea l’assenza di uno Stato palestinese sovrano prima del 1967.
Territori amministrati: espressione più neutra, spesso usata nei documenti ufficiali israeliani fino agli anni 2000.
Territori liberati: usato da settori della destra israeliana, riferendosi alla storicità ebraica del luogo.
Base giuridica e politica
Israele conquista questi territori nel 1967 durante la guerra contro Egitto, Giordania e Siria.
Da allora, li amministra direttamente o indirettamente, ma (tranne Gerusalemme Est e le Alture del Golan, annessioni non riconosciute dalla quasi totalità dei paesi) non li ha mai annessi ufficialmente.
Gli Accordi di Oslo e la divisione A–B–C
Nel 1995, con Oslo II, Israele e OLP concordano la suddivisione temporanea della Cisgiordania in tre zone:
Area A
Circa il 18% del territorio
Controllo civile e di sicurezza palestinese
Include le principali città palestinesi (Ramallah, Nablus, Jenin)
Israele non entra senza autorizzazione (salvo operazioni militari)
Area B
Circa il 22%
Amministrazione civile palestinese, ma sicurezza condivisa
Presenza di villaggi e zone rurali
Area C
Circa il 60%
Controllo completo israeliano (civile e militare)
Include tutti gli insediamenti israeliani, basi militari e vaste aree agricole
I territori amministrati da Israele I territori amministrati da Israele