Massimo Gramellini scopre che leggere salverebbe i ragazzini, o qualcosa del genere. Tenero. Peccato che, quando aveva davanti un adulto in carne e ossa intento a sdoganare l’analogia più tossica del repertorio antisemita — Israele come la Germania nazista — lui abbia scelto di leggere… il soffitto. Silenzio assoluto. Zero pagine sfogliate, zero coraggio sfoderato.
È curioso: chiede ai quindicenni di non imbrattare targhe, ma non trova una parola per chi sporca il discorso pubblico con slogan travestiti da pensiero critico. Non sono i ragazzi a mancare di libri: sono certi adulti, compiacenti e molli, a mancare della spina dorsale. Le scritte vergognose si cancellano. Le omissioni, purtroppo, restano.
Il gioco sporco dei titoli
Il gioco sporco dei titoli
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