Dopo l’accordo di Sharm el-Sheikh è arrivata la stagione dei pentiti. Quelli che fino a ieri urlavano “genocidio” ora parlano di “dialogo”, di “equilibrio”, di “due popoli e due Stati” come se non avessero mai sfilato dietro ai vessilli di Hamas.
Israele, dicono adesso, “ha le sue ragioni”. Già. Scoperte tutte d’un colpo, come una rivelazione sulla via del talk show. E ti spiegano pure che l’avevano previsto, l’avevano detto, l’avevano puntualmente analizzato. Che Trump ha un suo progetto, che non è il cafonazzo che tutti pensano, che… che… che… È la solita storia: quando l’aria cambia, cambiano anche le convinzioni.
Come dopo il 1945, quando nessuno era stato fascista, ma tutti partigiani e tutti salvatori di ebrei. Il miracolo del trasformismo morale è come la pizza, una specialità nazionale.
Come la facciamo noi, non la fa nessuno. Insomma, diciamo che i mostri, forse, non erano tutti e solo dall’altra parte.
I nuovi partigiani
I nuovi partigiani
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