Home > Approfondimenti > Hamas e Hezbollah, la rete iraniana che stringe l’Europa

Hamas e Hezbollah, la rete iraniana che stringe l’Europa

Nicoletta Ferragni

Tempo di Lettura: 3 min
Hamas e Hezbollah, la rete iraniana che stringe l’Europa

C’è un’Europa che fa finta di parlare solo di cessate il fuoco, conferenze di pace e vertici diplomatici. E ce n’è un’altra, sotterranea, percorsa da corridoi bui in cui si muovono uomini, armi, denaro: la rete dei proxy iraniani, Hamas e Hezbollah, che ha messo radici stabili nel Vecchio continente.

Le ultime inchieste e le informazioni raccolte dalle intelligence europee e israeliane convergono su uno scenario sempre più nitido: unità d’élite legate a Teheran utilizzano il territorio europeo come retrovia operativa. Passaporti iraniani e albanesi, coperture criminali, appoggi logistici: il terrorismo mediorientale ha smesso da tempo di essere un “problema lontano”.

Un ruolo chiave lo giocano alcune gang balcaniche, in particolare gruppi criminali albanesi già rodati nel traffico di droga. A loro viene appaltato il lavoro più sporco: sopralluoghi, movimentazione di armi, ricerca di obiettivi “morbidi” – sinagoghe, istituzioni ebraiche, simboli israeliani sul suolo europeo.

Il cuore della rete, secondo le informazioni oggi disponibili, batte a nord: Stoccolma viene indicata come uno dei centri nevralgici delle operazioni di Hamas. Da lì transitano contatti, fondi, ordini operativi. Il triangolo Ankara–Roma–Stoccolma emerge come la geometria essenziale del rischio: la copertura diplomatica iraniana in Turchia e in Italia, la piattaforma logistica svedese, i collegamenti con altre capitali Ue.

Il Mossad, che da mesi lavora a stretto contatto con vari servizi europei, ha contribuito a smantellare una serie di infrastrutture clandestine: depositi di pistole ed esplosivi scoperti a Vienna, collegamenti operativi con Londra, identificazione di figure chiave come Mahmoud Naim, figlio di un alto dirigente di Hamas, indicato come uno degli architetti del complotto. L’agenzia israeliana parla di «decine» di attentati sventati, nella quasi totale distrazione dell’opinione pubblica europea.

Il quadro che emerge è chiaro: Hamas non si limita più a usare l’Europa come platea propagandistica, ma come spazio operativo avanzato, replicando il modello iraniano di cellule piccole, mobili, difficili da tracciare. Germania, Austria, Regno Unito e altri Paesi hanno già effettuato arresti, sequestrato fucili d’assalto, pistole, munizioni. È il pezzo visibile di un iceberg che resta in gran parte sommerso.

Di fronte a una minaccia che si muove senza passaporti politici né confini ideologici, gli strumenti restano paradossalmente nazionali, lenti, frammentati. Da anni gli esperti chiedono una “Schengen dell’intelligence”, una vera centrale europea di analisi e coordinamento che consenta scambio in tempo reale di dati sensibili, nomi, movimenti, flussi finanziari.

Nel frattempo, però, la rete dei terroristi sponsorizzati da Teheran corre più veloce delle decisioni di Bruxelles. E mentre slogan e cortei riempiono le piazze del continente in nome della “resistenza”, la vera resistenza – quella contro il terrorismo antiebraico e antioccidentale – rischia di rimanere senza voce, senza mezzi, senza volontà politica.


Hamas e Hezbollah, la rete iraniana che stringe l’Europa
Hamas e Hezbollah, la rete iraniana che stringe l’Europa