Siamo vicini al Capodanno e i giornali pubblicano articoli, commenti, editoriali che rievocano i principali avvenimenti del 2025, con le penne colme di indignazione su questo anno così denso di drammatici avvenimenti, di drastiche deviazioni dall’ordine mondiale che ci illudevamo potesse continuare, dal trascinarsi di orribili guerre, dal corto circuito delle leadership europee e delle loro opinioni pubbliche.
A Natale dovremmo essere più buoni ma invece siamo sempre più cattivi. Guerre arbitrarie (quelle di Israele contro i poveri palestinesi) e il diritto calpestato: “questo è l’anno della fine del diritto internazionale” scrive Francesca Mannocchi su La Stampa. È Natale e la pace richiede il coraggio e l’audacia del disarmo non l’accumulo di armamenti (cioè arrendersi a Putin e al terrorismo Islamico) dice in un’intervista Padre Giulio Albanese sempre su La Stampa, e poi sull’Avvenire, il solito reportage da Betlemme: finalmente tornano i turisti per Natale, ma la voce è solo una, quella dei palestinesi che fanno il loro meglio (gli israeliani il loro peggio) e da 77 anni sognano il ritorno nella loro terra occupata da Israele.
Non una parola sul 7 ottobre e la responsabilità di Hamas sui tanti morti in questi due anni di guerra, non una parola sulla scuola dell’odio che da sempre forma i bambini palestinesi. E poi c’è il Fatto Quotidiano, con il presepe di Gaza dove i neonati ovviamente muoiono di freddo, con il Natale “rosso sangue” nella terra dove è nato Gesù e l’unica speranza è che la Flottilla, che si sta preparando a partire per Gaza visto l’indubbio successo mediatico della precedente missione, riaccenda le coscienze. E poi c’è il Domani con il Natale dei palestinesi cristiani senza cibo.
E siamo solo all’inizio, chissà cosa leggeremo nei prossimi giorni.
Dunque, ogni occasione è buona per allontanarsi dalla verità, per offrire un quadro distorto, di parte, senza nessuna volontà di capire, di analizzare, ma solo il solito cieco imperativo di denunciare i crimini di guerra di Israele, il genocidio “dimenticato”. La perseverante voglia di proseguire nell’informazione con tutti i temi della propaganda dell’Islam Radicale.
Eppure, negli ultimi mesi sono successe molte cose importanti sulle quali, chi ha davvero a cuore la pace in Medio Oriente e il futuro dei palestinesi, dovrebbe soffermarsi. Lo fa, ad esempio, Lodovico Festa in due analisi uscite il 23 dicembre sul nostro magazine e il 24 su Libero.
Con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 17 novembre scorso, (approvata senza che Cina e Russia ponessero il diritto di veto), tutti i protagonisti dell’area si sono attivati. Certamente rispetto al quadro che si presentava solo pochi mesi fa, la situazione “è per più di un aspetto, incoraggiante”. Certo i rischi sono ancora altissimi: l’Iran continua ad armare Hezbollah, Turchia e Qatar sono intenzionati ad avere un ruolo centrale nella fase 2, ma sappiamo che la loro attitudine è ostile a Israele e aggressiva verso i valori occidentali, Hamas non vuole disarmare, l’ANP continua ad essere debolissima, il jihadismo non è affatto sradicato, e non solo in Medio Oriente, l’Europa continua a non volerne prendere atto, ad essere sostanzialmente assente, rinunciando ad assumere un ruolo che sia più fattivo rispetto ai soliti, vuoti, auspici per la pace.
Nei giorni dei bilanci di fine anno è naturale provare a cercare nella realtà elementi che ci lascino nutrire qualche speranza, forse al realizzarsi di alcune, ancorché difficili, condizioni, il terrorismo potrebbe essere battuto, Hamas disarmata, i palestinesi liberati dall’odio e dalla violenza, gli israeliani più sicuri e, probabilmente, con un nuovo quadro politico che potrebbe emergere dalle prossime elezioni.
Non cercare nella realtà dei fatti, non provare ad analizzarla, (non certo dimenticando il racconto della cronaca dei popoli devastati dalla guerra), per trovare elementi di speranza, vuol dire che forse la vera speranza è di “liberare la Palestina dal fiume al mare” e cacciare gli israeliani dal loro paese. Per fortuna, al di là della propaganda, ci sono nel mondo coloro che cercano la strada per la sicurezza, la giustizia e il benessere, noi tifiamo per loro.
Giornali a Natale, il presepe degli antisemiti
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