Una coppia che sembra uscita da un romanzo e invece è una pagina viva della storia ebraica e del sionismo italiano. Lui, Enzo, romano, laureato in filosofia, figlio di un medico del Quirinale. Lei, Ada Ascarelli, compagna di studi e di ideali. Negli anni Venti scelgono di lasciare l’Italia fascista e borghese per costruire un sogno collettivo: si trasferiscono in Palestina mandataria e fondano il kibbutz Givat Brenner.
Enzo è intellettuale e contadino, sionista socialista e antifascista. Traduce Spinoza e distribuisce volantini contro Mussolini. Durante la guerra combatte con i paracadutisti ebraici inviati dagli inglesi dietro le linee tedesche: catturato dai nazisti, viene deportato e ucciso a Dachau nel 1944.
Ada rimane in Palestina, guida scuole, educa generazioni di giovani pionieri, si batte per i diritti delle donne e per l’uguaglianza sociale. Quando le comunicano la morte di Enzo, risponde solo: “Era dove doveva essere.”
Due vite intrecciate come la speranza e il coraggio, che ancora raccontano cosa significa credere in un’idea fino in fondo.
Enzo (1905-1944) e Ada (1905-1992) Sereni

