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È venuto il momento di essere meno gentili

Emet

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È venuto il momento di essere meno gentili

C’è ancora chi sostiene oggi, a cent’anni di distanza dall’ascesa dei seguaci di Hitler, che il popolo ebraico sia l’autore di quell’infausto falso chiamato I Protocolli dei Savi di Sion. Lo affermano, tra gli altri, i Fratelli Musulmani, che continuano a vaneggiarne anche nel 2025, nell’era del motore quantistico e delle correnti chirali. Dimenticano – o fingono di dimenticare – che il contributo di quel popolo al progresso dell’umanità passa per le menti di Freud, Einstein, Richard Feynman, Woody Allen, Spielberg, i fratelli Coen, Chagall, Kafka e Modigliani. E ancora: Asimov, Philip Roth, Leonard Bernstein, Scarlett Johansson (!), Elie Wiesel, Ruth Bader Ginsburg e, ahimè, Marx.

Ma al di là di questa lista, bella e un po’ retorica, penso che il ruolo più importante del popolo ebraico nella storia sia stato, purtroppo, quello di fungere da campanello. Un piccolo ma acuto campanello d’allarme che avverte tutti noi che la democrazia è in pericolo. Vale a dire che la nostra libertà, e la nostra vita, sono in pericolo. Quisquilie, si direbbe. È già successo, non tanto tempo fa, con qualche milione di persone finite nei campi di concentramento. Eppure c’erano tutte le avvisaglie: non doveva mica finire così. Prima una retorica strisciante che li sbeffeggiava e li svergognava, creando le basi morali per la fase successiva; poi la propaganda del regime, sempre più tagliente e violenta; quindi le leggi razziali, i ghetti. E i treni.

Qualcuno, allora, il campanello lo sentì e capì di trovarsi sotto un regime. Reagì, lentamente. Ma troppo tardi. Era la prima volta che l’antisemitismo – contributo avvelenato che l’umanità ha dato al popolo ebraico, attitudine che nei secoli ha solo cambiato vestito – faceva le cose in grande, in modo sistematico. Cento anni fa, senza precedenti come la Shoah e il nazifascismo, si poteva forse capire un certo sonno delle coscienze. Oggi no. Oggi sappiamo che ogni volta che il bullo di turno se la prende con gli ebrei, di mezzo ci andiamo tutti.

Per questo, se dobbiamo reagire, facciamolo prima. Facciamolo in modo chiaro, aperto, inequivocabile. Con coraggio, con forza, senza ambiguità. E smettiamola, una volta per tutte, di essere così gentili nelle nostre reazioni, nella nostra indignazione, nella nostra opposizione verso chi minaccia gli ebrei, chi li caccia dalle università, dai ristoranti, dai locali, chi li bracca sulle spiagge. Sentite anche voi un campanello?

Sì, forse è il caso di capirlo in tempo, stavolta: drizzare le antenne e iniziare davvero, sul serio, a essere molto meno gentili. Ma chiarisco un punto. Uso il termine “gentili” nel suo significato originario: “altri dagli ebrei”, coloro che non sono ebrei. Dunque, quando dico che dobbiamo essere meno gentili, intendo dire che dobbiamo essere più vicini a loro, più empatici.

Si capisce cosa intendo?

EMET


È venuto il momento di essere meno gentili
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