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Campagne d’odio, Fake news? Servono iniziative per resistere, insieme

Tiziana Della Rocca

Tempo di Lettura: 3 min
Campagne d’odio Fake news Servono iniziative per resistere insieme

Lunedì 30 giugno il “Riformista” ha organizzato un evento al teatro Rossini di Roma dal titolo “Dalla parte d’Israele” con numerosi ospiti illustri che sono venuti lì apposta a testimoniare il loro sostegno allo Stato d’Israele.

Per essere chiari, l’iniziativa, come avrebbero voluto far credere i suoi molti detrattori (che, soprattutto sui social, non mancano mai quando si prende un’iniziativa pro-Israele), non negava la portata o la gravità delle perdite umane a Gaza, ma si concentrava sul modo in cui una certa narrazione distorta sulla guerra a Gaza continui a impedire qualsiasi ragionamento articolato, con l’unico scopo di delegittimare l’esistenza stessa dello Stato d’Israele.

Sono state poche in Italia, infatti, le testate giornalistiche, così come i singoli giornalisti, che hanno mantenuto lucidità e equilibrio nel valutare l’azione militare israeliana. La maggioranza dei media ha riportato in modo acritico le notizie diffuse da Al Jazeera o quelle diffuse direttamente da Hamas, senza mettere in azione quantomeno un meccanismo di verifica della propaganda islamica che ha fatto di tutto, ma proprio di tutto, per presentare l’esercito israeliano come una banda di assassini di massa. Per non parlare di quello che avviene quotidianamente sui social, che ho avuto modo io stessa di valutare: ci sono degli account sfacciatamente pro-Jihad molto seguiti, che quando pubblicano dei post raggiungono in pochissimo tempo milioni di visualizzazioni e quindi diffondo contenuti inventati senza alcun controllo, manipolando l’opinione pubblica.

Proprio qualche giorno fa un account pro-Jihad ha ricevuto ben 18 milioni di visualizzazioni per aver pubblicato fake news su Israele.
La conclusione è che non abbiamo molti mezzi di difesa contro gli attacchi coordinati di disinformazione, e che è molto facile indottrinare l’opinione pubblica occidentale, via social, facendole assumere posizioni estremiste contro Israele. 

Ma bisogna anche dire che molti prendono per buone tutte le assurdità che vengono spacciate per vere sull’IDF come quella che l’esercito spara sulla folla di palestinesi inermi mentre si recano a prendere cibo, o uccidono deliberatamente i bambini, per tacere del gigantesco oltraggio semantico che punta a offendere l’identità, tradire la storia e avvelenare il futuro: il “genocidio”. Tutte sparate funzionali ad alimentare il loro pregiudizio contro Israele, già molto presente prima e a prescindere dall’attuale guerra. 

Servono allora iniziative come quelle del “Riformista” che, come ha fatto l’Associazione Setteottobre, hanno lo scopo di mettere fisicamente insieme le persone, le teste, i cuori di chi vuole contrastare la propaganda e la disinformazione contro Israele, che alimenta il fanatismo e l’antisemitismo, mette in pericolo le nostre democrazie e non ha assolutamente nulla a che vedere con la libertà di critica, anzi, al contrario, la mina


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