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Boom. Scoppia la bomba della rete di Hamas in Italia. Aveva ragione Setteottobre.

Nove arresti, sette milioni di euro, un’accusa pesantissima: finanziamento al terrorismo di Hamas.

Aldo Torchiaro

Tempo di Lettura: 4 min
Boom. Scoppia la bomba della rete di Hamas in Italia. Aveva ragione Setteottobre.

È questa la notizia, chiara e inequivocabile, che arriva da Genova e che segna un punto di non ritorno. La Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo ha disposto misure cautelari in carcere per nove indagati, tutti accusati di far parte e di avere finanziato l’organizzazione terroristica Hamas. L’operazione è stata eseguita dalla DIGOS di Genova, con il supporto della Guardia di Finanza, e coinvolge anche tre associazioni. Secondo l’impianto accusatorio, agli indagati vengono contestate operazioni di finanziamento per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro, somme che avrebbero «rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica». Tra i nomi compare anche Mohammad Hannoun, figura di spicco dell’area pro-Pal in Italia.

Il dato decisivo non è soltanto giudiziario, ma strategico. Perché – scrivono nero su bianco il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e il Procuratore di Genova Nicola Piacente – «la costituzione di una cellula estera del movimento non può ritenersi il risultato di una iniziativa personale», bensì «la realizzazione di un progetto strategico dell’organizzazione madre Hamas», dotata di «una struttura complessa» e quindi anche di «cellule operanti all’estero». Tradotto: Hamas non improvvisa. Pianifica, struttura, replica. E l’Italia, secondo la magistratura, rientra in questo schema.

L’indagine genovese prende slancio dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, ma affonda le sue radici in elementi precedenti. A dare l’impulso è stata la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, a partire dall’analisi di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette emerse prima del 7 ottobre e riferite ad alcuni degli indagati e all’associazione A.B.S.P.P. Un dettaglio che smonta definitivamente la narrazione dell’“emergenza emotiva” successiva alla guerra: i flussi di denaro e le strutture organizzative erano già attivi, silenziosi, mimetizzati.

Sul piano politico arrivano le reazioni della maggioranza: da Fratelli d’Italia alla Lega, da Forza Italia a Noi Moderati. Parlano Tajani e Salvini, intervengono quasi tutti gli eletti del centrodestra in Liguria e non solo. Colpisce, invece, il silenzio del centrosinistra: non vorremmo fosse imbarazzo. Tra i primi a prendere posizione è Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia. «Desidero esprimere un sentito ringraziamento alla DIGOS di Genova, alla Guardia di Finanza e alla magistratura per l’operazione che – secondo quanto riportato dagli organi di stampa – ha portato a nove arresti e ha ricostruito presunti flussi di denaro per circa sette milioni di euro, raccolti tramite società di beneficenza e destinati, stando all’impianto investigativo, a Hamas. Tra gli arrestati anche Mohammed Hannoun, di cui da tempo avevamo denunciato la pericolosità».

De Corato va al punto: «Se quanto contestato dovesse trovare conferme nelle successive fasi giudiziarie, ci troveremmo davanti a un quadro gravissimo: la solidarietà e le raccolte umanitarie non possono e non devono mai diventare una copertura per il finanziamento del terrorismo». Per questo annuncia un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno per verificare «l’eventuale presenza di infiltrazioni terroristiche nei cortei pro-Palestina e nelle raccolte fondi per la Palestina» e per rafforzare controlli e tracciabilità. Un passaggio che chiama in causa direttamente piazze, associazioni, reti militanti e circuiti informali che in questi mesi hanno goduto di una sorprendente indulgenza.

Siamo di fronte alla resa dei conti: i fatti contestati sono gravissimi, gli inquirenti mettono nero su bianco quanto Setteottobre dice dall’inizio della sua attività. Fare chiarezza senza sconti sull’opaca rete di complicità e connivenze tra sigle del fondamentalismo islamico e soggetti dell’estrema sinistra italiana, frange sindacali e oscure associazioni, e su tutte le operazioni ancora poco indagate come quella della “Flotilla” e le manifestazioni violente. L’antisemitismo, la guerra cognitiva, il clima di sopraffazione e di intimidazione nel quale abbiamo vissuto in Italia dopo il 7 ottobre ha origini precise, mandanti, cabina di regia, finanziamenti ed esecutori: da oggi, questi elementi iniziano ad essere messi nero su bianco, con nomi e cognomi. Chiediamo alla magistratura di non concedere sconti e di non prestarsi a scusanti. La rete di Hamas e dei filo-Hamas in Italia va scardinata, ora e per sempre.


Boom. Scoppia la bomba della rete di Hamas in Italia. Aveva ragione Setteottobre.
Boom. Scoppia la bomba della rete di Hamas in Italia. Aveva ragione Setteottobre.