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Appello di UN Watch a Giorgia Meloni: basta silenzio su Francesca Albanese

Setteottobre

Qui il video integrale dell’intervista.

Ci mancava anche la petizione su Change.org per conferire a Francesca Albanese addirittura il Nobel per la Pace. Pd, M5S, Anpi, Cgil si accodano. E arriva perfino un comunicato stampa di Hamas, a sostenere sfrontatamente Albanese. In qualsiasi grammatica istituzionale, sarebbe stata la goccia che fa traboccare il vaso. Nel dibattito pubblico Italiano no. Si difende in toto la più improbabile Relatrice delle Nazioni Unite sui territori contesi che ci sia mai stata, forti dell’idea che, così come dice Hamas, si possa far politica anche incarnando battaglie contro Israele. Sostenere con tale veemenza una figura controversa come quella di Francesca Albanese, nasconderne l’assoluta inadeguatezza nel suo ruolo istituzionale e spingersi fino alla forzatura della sua candidatura al Nobel è indice della crisi di idee e di verità in cui parte della politica italiana è precipitata.

Intanto, Hillel Neuer, direttore di UN Watch, l’organismo indipendente di valutazione dell’imparzialità delle Nazioni Unite, lancia un accorato appello alla premier Giorgia Meloni, al termine di una conversazione con l’ambasciatore Luigi Mattiolo, realizzata in video proprio per noi. Per l’associazione Setteottobre. Neuer non fa giri di parole:

«Signora Presidente, è tempo che l’Italia condanni Francesca Albanese. È una vergogna per le Nazioni Unite. Ha giustificato il terrorismo di Hamas. Ha descritto l’attacco del 7 ottobre come una reazione al “colonialismo”. Ha ignorato le vittime israeliane e ha minimizzato la Shoah. Ha usato il suo ruolo Onu come pulpito per demonizzare Israele in modo ossessivo». Neuer continua:
«Albanese ha scritto che Hamas non è un gruppo terroristico. Ha messo in discussione l’esistenza stessa di Israele come Stato. Questo è inaccettabile da parte di un funzionario delle Nazioni Unite. E mentre i Paesi democratici – Stati Uniti, Germania, Canada – si dissociano apertamente, l’Italia tace. Perché?».

L’appello è chiaro: l’Italia deve prendere posizione. Deve condannare le affermazioni di Albanese, non abbracciarne la narrativa. Il punto è che una relatrice Onu, che dovrebbe essere super partes, si è fatta portavoce di una sola parte. E quando i suoi più entusiasti sostenitori sono Hamas, Al Jazeera, e partiti radicali europei, la neutralità dell’istituzione che rappresenta è compromessa.

Stati Uniti, Canada, Francia e Germania hanno già condannato Francesca Albanese per antisemitismo.

L’Italia non può rimanere in silenzio. È inaccettabile che una cittadina italiana con posizioni estremiste e antisemite, che nega l’olocausto, sostiene il terrorismo e incita alla violenza contro gli ebrei, ricopra un ruolo così determinante per il conflitto in medio oriente. Se vogliamo ridare alle Nazioni Unite una parvenza di imparzialità, si cominci dalla rimozione di Francesca Albanese. Giorgia Meloni e il governo Italiano si pronuncino, il caso è ormai esploso e temporeggiare non si può più.


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