Home > Odiano gli ebrei > Antisemitismo, il veleno che ritorna: perché non possiamo più permetterci di ignorarlo

Antisemitismo, il veleno che ritorna: perché non possiamo più permetterci di ignorarlo

Gianluca Baldini

Tempo di Lettura: 3 min
Antisemitismo, il veleno che ritorna: perché non possiamo più permetterci di ignorarlo

Continuano in Italia gli episodi di violenza e antisemitismo. Uno degli ultimi ha coinvolto, in maniera gravemente discriminatoria e inaccettabile, due cittadini francesi di religione ebraica — padre e figlio di soli sei anni — aggrediti presso l’area di servizio Villoresi Ovest, vicino Milano.

L’antisemitismo non è un problema marginale: rappresenta una minaccia concreta alla libertà, alla cultura, alla sicurezza e alla democrazia del nostro Paese. Le scuole e le università sono tra i luoghi maggiormente colpiti. In troppi casi, studenti e studentesse ebrei denunciano un clima di intimidazione e disagio. Si tratta di azioni che ledono il diritto allo studio, un principio tutelato dalla nostra Costituzione e fondamento della civiltà democratica.

In questo contesto, preoccupa profondamente la decisione di alcuni atenei italiani di sospendere le collaborazioni con le università israeliane. È una scelta che non solo viola i principi di libertà accademica e di cooperazione internazionale, ma rischia di compromettere anche settori cruciali della ricerca scientifica, inclusa quella medica.

Le università israeliane sono riconosciute in tutto il mondo per la loro eccellenza. Nel novembre 2024, ad esempio, l’Università di Tel Aviv ha annunciato un importante progresso nella lotta contro il cancro: un metodo per colpire selettivamente le cellule tumorali risparmiando quelle sane, aggiornamento di uno studio già condotto in passato. Bloccare i rapporti scientifici con Israele significa rinunciare a strumenti fondamentali per la salute globale.

Troppe persone, oggi, descrivono Israele come uno Stato pericoloso, guidato da un governo criminale e sanguinario. Ma la realtà è ben diversa. Israele è una democrazia con libere elezioni, in cui i diritti dei cittadini e delle cittadine sono garantiti. Non è in guerra con la Palestina o con il popolo palestinese, ma con Hamas e con il terrorismo islamico, che rappresentano una minaccia per l’intera regione.

L’obiettivo dei «due popoli, due Stati» resta fondamentale. Ma per costruire una pace vera serve diplomazia, verità e responsabilità. E invece, negli ultimi anni, fake news e disinformazione hanno alimentato un antisemitismo mascherato da antisionismo. Studiare la storia — conoscere la nascita di Israele, della Palestina e le complesse vicende del Medio Oriente — aiuta a capire e a evitare semplificazioni ideologiche.

Israele non ha invaso arbitrariamente la Palestina. Nel 1948 fu riconosciuto dalla comunità internazionale e subito aggredito da milizie estremiste presenti sul territorio. La responsabilità delle tragedie successive è anche dell’Iran, potenza teocratica e autoritaria, che teme Israele proprio per la sua natura democratica e pluralista.

Lo Stato ebraico non dovrebbe essere visto come un nemico, ma come un presidio di difesa contro la minaccia dell’estremismo islamico.

L’Italia non ha nulla a che fare con l’odio antiebraico. Siamo un Paese laico, dove ogni fede religiosa deve essere libera di esistere e di esprimersi. Eppure, l’antisemitismo sta colpendo duramente la nostra cultura, le nostre scuole, le nostre università. Le aggressioni verso gli ebrei evocano i capitoli più bui del Novecento. In tanti credevano che l’odio fosse finito con la Seconda guerra mondiale. Ma non è così. Oggi è ancora vivo. E va combattuto. Con le parole, con la legge, con il coraggio civile. Prima che sia di nuovo troppo tardi.


Antisemitismo, il veleno che ritorna: perché non possiamo più permetterci di ignorarlo
Antisemitismo, il veleno che ritorna: perché non possiamo più permetterci di ignorarlo Antisemitismo, il veleno che ritorna: perché non possiamo più permetterci di ignorarlo