Home > Odiano gli ebrei > Antisemitismo accademico: l’Europa chiude gli occhi sui suoi campus

Antisemitismo accademico: l’Europa chiude gli occhi sui suoi campus

Nicoletta Ferragni

Tempo di Lettura: 3 min
Antisemitismo accademico: l’Europa chiude gli occhi sui suoi campus

Un rapporto pubblicato congiuntamente da B’nai B’rith International, dall’organizzazione Democ e dall’Unione europea degli studenti ebrei (EUJS) traccia un bilancio allarmante: l’antisemitismo è cresciuto in modo esponenziale negli istituti di istruzione superiore europei dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Intitolato «Un clima di paura ed esclusione: l’antisemitismo nelle università europee», il documento raccoglie una lunga serie di episodi: minacce, aggressioni fisiche, graffiti antisemiti, negazionismo, invocazioni alla distruzione di Israele e celebrazione di organizzazioni terroristiche.

Lungi dall’essere episodi isolati, queste manifestazioni rientrano — secondo gli autori — in un «fenomeno coordinato a livello internazionale», talvolta orchestrato da gruppi collegati a organizzazioni terroristiche come il Fronte popolare per la liberazione della Palestina.

Il rapporto documenta casi particolarmente gravi in diversi Paesi. In Austria, sul campus di Vienna è stato eretto un “campo di intifada” a sostegno di Hamas. In Francia, a Strasburgo studenti ebrei hanno subito aggressioni fisiche, mentre a Tolosa sono comparse svastiche e graffiti minacciosi sui muri delle facoltà.

In Germania, a Berlino, uno studente israeliano è stato aggredito nel cuore dell’ateneo. Nel Regno Unito rabbini e studenti ricevono minacce di morte online, mentre nei campus spuntano tendopoli che impongono dichiarazioni di sostegno alla “lotta armata”. Nei Paesi Bassi le manifestazioni paragonano apertamente i sionisti ai nazisti, invocando la cancellazione di Israele. In Spagna, collettivi studenteschi glorificano Hamas e alcuni docenti diffondono negazionismo.

Alina Brickman, direttrice degli affari europei dell’organizzazione, è durissima: «Quando gli studenti si trovano di fronte a svastiche o a minacce di morte, la libertà di espressione non può essere una scusa. Il fallimento delle istituzioni universitarie è vergognoso».

Per Grisha Shtneik, co-direttore di Democ, il problema va oltre i confini locali: «Si tratta di reti mondiali coordinate che si mascherano da discorsi sui diritti umani per promuovere un programma antisemitista».

Anche Katharina von Schnorbein, coordinatrice della Commissione europea per la lotta all’antisemitismo, sottolinea nell’introduzione al rapporto la gravità della situazione: «Gli studenti ebrei sono stati costretti a nascondere la propria identità o ad abbandonare gli studi. Servono misure decisive, comprese azioni penali».

Il documento avanza raccomandazioni precise: adottare la definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA), introdurre procedure chiare per gestire gli incidenti, nominare referenti dedicati agli studenti ebrei. Centrale, inoltre, la necessità di mantenere nei programmi accademici l’insegnamento della Shoah e della storia ebraica.

L’avvertimento finale è senza appello: senza misure immediate, le università europee rischiano di trasformarsi da spazi di apprendimento e libertà in «centri di paura ed esclusione». L’Associazione Setteottobre darà sul suo sito puntuale notizia di ogni nuovo focolaio: con la riapertura dell’anno accademico e visto il clima che sentiamo, la nostra vigilanza dovrà essere doppia.


Antisemitismo accademico: l’Europa chiude gli occhi sui suoi campusAntisemitismo accademico: l’Europa chiude gli occhi sui suoi campus Antisemitismo accademico: l’Europa chiude gli occhi sui suoi campus