Il risveglio di Amnesty è stato accolto con una salva di applausi stupiti, come quando uno che dorme da due anni sul divano finalmente apre un occhio e chiede che giorno è. L’organizzazione ha scoperto, con un certo ritardo ma con grande solennità, che Hamas non è una romantica forza di resistenza da salotto buono, bensì una banda di tagliagole: uccisioni, sgozzamenti, stupri, ostaggi. Tutto quello che per troppo tempo è stato rimosso, minimizzato, diluito in comunicati tiepidi e ambiguità lessicali.
Nei club e nelle piazze finto-progressiste, per mesi, Hamas è stato raccontato come un malinteso, un eccesso, un effetto collaterale della Storia. Amnesty ora prende atto che no, non era un malinteso. Era esattamente quello che era. Meglio tardi che mai, si dirà. Vero. Ma l’applauso resta amaro.
Nel frattempo il Pd continua a sonnecchiare. O finge di dormire, che è peggio. Se qualcuno, come Delrio o Fassino, tossisce nel sonno e prova a dire una frase fuori copione, viene subito zittito con fastidio, come si fa con chi disturba il riposo degli altri. Non si discute, non si entra nel merito: si spegne la luce e si tira su la coperta.
Quando si sveglierà la Brutta addormentata nel bosco? E soprattutto: chi avrà il coraggio di svegliarla davvero, senza il bacio finto della retorica e senza la ninna nanna dell’ambiguità? Perché il problema non è il risveglio di Amnesty. Il problema è chi continua ostinatamente a dormire, mentre intorno il bosco brucia.
Risvegli
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