Le Alture del Golan sono un altopiano basaltico a nord-est di Israele, tra il lago di Tiberiade, la Galilea e la Siria, con vista diretta sulla pianura siriana fino a Damasco. Chi controlla il Golan controlla l’altezza: osserva, ascolta, colpisce più facilmente. Per questo, dal punto di vista militare, è uno dei punti più sensibili di tutto il Medio Oriente.
Fino al 1967 il Golan è sotto sovranità siriana ed è usato anche come piattaforma di pressione contro Israele: artiglieria, cecchini, infiltrazioni. Nella Guerra dei Sei Giorni Israele conquista il Golan alla Siria; nel 1973, durante la guerra di Yom Kippur, l’esercito siriano tenta di riprenderselo con un attacco massiccio, ma viene respinto dopo combattimenti durissimi. Da allora l’area resta sotto controllo israeliano, con una linea di cessate il fuoco monitorata dall’ONU.
Nel 1981 Israele applica la propria legge e amministrazione al Golan (di fatto un’annessione, non riconosciuta dalla gran parte della comunità internazionale). Vi vivono oggi sia coloni israeliani sia comunità druse, una parte delle quali mantiene legami identitari con la Siria e una parte, col tempo, ha chiesto la cittadinanza israeliana. Il Golan è strategico anche per l’acqua (sorgenti del Giordano, bacini idrici) e per il controllo del confine con Siria e Libano, soprattutto dopo l’ingresso dell’Iran e di Hezbollah nel teatro siriano.
Per Israele il Golan è una cintura di sicurezza non negoziabile: restituirlo significherebbe riportare l’esercito siriano – o peggio, milizie filo-iraniane – sulle alture che dominano la Galilea.
Yitzhak Shamir (1915 – 2012)

