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Aharon Aharonson, l’eroe invisibile di NILI

Josef Oskar

Tempo di Lettura: 3 min
Aharon Aharonson, l’eroe invisibile di NILI

L’anno 1915 fu per la popolazione ebraica della Palestina ottomana un periodo di grave angoscia. In aprile ebbe inizio il genocidio degli armeni da parte dei turchi, con l’esito terribile di un milione e mezzo di vittime massacrate senza pietà. Fu il primo genocidio del XX secolo e, come purtroppo sappiamo, non l’ultimo.

In quel contesto Aharon Aharonson, insieme alla sorella minore Sara, decise di fondare una cellula clandestina di supporto alla Gran Bretagna contro l’Impero ottomano. La rete fu chiamata NILI, acronimo dell’espressione ebraica Netzach Israel Lo Ishaker — «l’eternità di Israele non mente», un passo tratto dal Primo Libro di Samuele. L’obiettivo era sostenere la conquista della Palestina da parte dei britannici, di stanza in Egitto: la Gran Bretagna, nazione democratica, appariva di gran lunga preferibile all’imprevedibile dittatura ottomana.

Sfruttando il proprio passaporto, Aharon si trasferì prima in Europa, poi negli Stati Uniti. Lì contribuì a orientare l’ingresso americano in guerra a fianco di Gran Bretagna e Francia, e quindi contro la Turchia. In seguito raggiunse il Cairo e si mise a disposizione del comando britannico in Egitto. La direzione della cellula NILI era rimasta nelle mani dell’amico Josef Lishinsky e della ventiseienne sorella Sara. Dopo molte difficoltà — gli inglesi temevano che Aharon fosse una spia turca — le sue informazioni precise e puntuali furono finalmente prese sul serio.

Nel settembre del 1917 gli ottomani scoprirono la rete NILI, arrestando i suoi membri e i loro familiari. In ottobre, Sara Aharonson fu sottoposta a terribili torture ma non tradì i suoi compagni. I turchi decisero di trasferirla al tribunale di Nazaret per convalidare l’arresto; lei chiese di passare da casa a Zichron Yaakov per cambiarsi. Ottenne il permesso e, mentre un soldato la sorvegliava alla porta, aprì il rubinetto dell’acqua, estrasse una piccola pistola nascosta e si sparò in bocca, temendo di rivelare segreti sotto tortura. Morì dopo quattro giorni di agonia. Aveva solo ventisette anni: una martire della causa ebraica. Anche Josef Lishinsky fu impiccato poco dopo. Benedetta sia la loro memoria.

Intanto l’offensiva britannica subiva gravi difficoltà: due assalti a Gaza vennero respinti con pesanti perdite. Fu Aharon a suggerire di attaccare Beer Sheva. Il 31 ottobre 1917 l’esercito britannico riuscì finalmente a sfondare, e lo stesso comando riconobbe il ruolo decisivo di Aharonson. Poche settimane dopo, il governo di Sua Maestà pubblicò la Dichiarazione Balfour, promettendo agli ebrei un focolare nazionale nella Terra di Israele. Aharon ebbe quindi un ruolo di primo piano nel processo che condusse a quella storica decisione. Il 9 dicembre 1917 il generale Allenby entrò a Gerusalemme: per il popolo ebraico iniziava una nuova fase.

Aharon Aharonson divenne un leader riconosciuto del movimento sionista nella Palestina sotto controllo britannico, al fianco di Chaim Weizmann e David Ben Gurion. Nel 1919 fu nominato membro della delegazione sionista incaricata di definire i confini della futura entità ebraica in Palestina. Viaggiò più volte tra Stati Uniti e Gran Bretagna per sostenere quella causa.

Il 15 maggio 1919 avrebbe dovuto recarsi alla Conferenza di Pace di Parigi, che stava ridisegnando la mappa geopolitica del mondo dopo la Prima guerra mondiale. Il piccolo aereo sul quale viaggiava precipitò nella Manica e non fu mai ritrovato.

Aharon aveva soltanto quarantatré anni. La sua scomparsa rappresentò una perdita enorme per il popolo ebraico. Non sapremo mai come sarebbero andati gli eventi successivi se un uomo della sua levatura avesse potuto proseguire la propria opera. La sua memoria rimane benedetta, il suo nome consegnato per sempre alla storia.


Aharon Aharonson, l’eroe invisibile di NILI
Aharon Aharonson, l’eroe invisibile di NILI