Chi è
Diplomatico, linguista e oratore fra i più brillanti della storia israeliana. Nato a Città del Capo e cresciuto a Londra, il suo vero nome era Aubrey Solomon Meir Eban. Studiò a Cambridge, parlava correntemente dieci lingue e possedeva una prosa capace di trasformare ogni intervento politico in un piccolo atto letterario.
Percorso
Partecipò alla diplomazia sionista negli anni Quaranta, fu membro della delegazione che convinse l’ONU a votare la partizione della Palestina nel 1947, e divenne il primo rappresentante d’Israele presso le Nazioni Unite. Nel 1959 entrò alla Knesset con il partito laburista. Fu ministro dell’Istruzione, poi degli Esteri (1966–1974) durante le guerre dei Sei Giorni e del Kippur. La sua eloquenza in aula all’ONU durante la crisi del ’67 rimane un modello di retorica diplomatica.
Profilo
Colto, cosmopolita e ironico, rappresentò la voce più elegante e razionale di Israele nei consessi internazionali. Predicava la pace da posizioni di forza, la fermezza senza arroganza, la cultura come strumento di legittimazione morale. Criticato in patria per il suo stile “troppo europeo”, fu tuttavia la faccia rispettata e ascoltata d’Israele nel mondo.
Perché conta
Fu il volto dell’intelligenza diplomatica del giovane Stato: parole come arma e argomenti come scudi. In lui Israele imparò a parlare al mondo non solo in linguaggio militare ma anche politico.
Abba Eban (1915–2002)